quarta-feira, 15 de fevereiro de 2017


  COMMENTO DI ADRIANO A YOURCENAR


Siamo i viaggi che facemmo, l' ansia di incontrare
nella confusione degli uomini tutte le città che dovevamo
construire. Siamo questa immortalità alla quale gli dei
ci condannarono e che ora godiamo con irriverente
naturalezza che alcuni scambiano per fredezza
pedante o per un aristocrazia che in veritá
non sentiamo mai. Siamo l' azzurro inconfondibile dell' Egeo
con le sue isole e templi, con le sue rovine e colline
dove le voci più antiche si alzano,
per poi invischiarsi nell' agitata distrazione
degli uomini. Siamo questo vuoto che rimase, questa memoria
dalla quale nessuno di noi riesce a fuggire: tu a vigilare
un cancro spietato, io con un avvocato fra le braccia.
Entrambi sconfitti prima del tempo! Entrambi con tuta
la gloria che ci insisteva, nonostante la nostra stanchezza,
il nostro isolamento, la nostra fame di silenzio.
Siamo questa colpa per non esserci compresi,
per non avere saputo leggere tenerezza e merito,
per avere lasciato ciò che alla fine era
bene nostro per diritto e per affetto. Siamo questo fuoco
che non ha nome. Questo mostruo che ancora ci devora
ed avvelena le mattine, quando, insonni,
cercavamo ciecamente la penombra e non incontravamo
i loro volti, i loro volti che si prolungavano
oltre noi, il loro respirare che ci alimantava la vita
e la cui assenza ci disegna oggi questa morte
che si avvicina. Siamo questa sfortunata notte,
questo tremante deambulare, che, nel soffio d' ordine
del mondo, aspetta la barca che ci restituirà
tutto ciò che non abbiamo curato come dovevemo.


   Mateus, Victor Oliveira. Clepsydra, Antologia Poética. Lisboa: Coisas de Ler, 2014, p 182 ( Coordenação: Gisela Ramos Rosa. Tradução: Stefania Di Leo).
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