terça-feira, 21 de fevereiro de 2017


   PER IL DESERTO LE MIE MANI

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Abito nella estesa curva delle arene
la somma di tutte le vastità, solo aride all' apparenza,
dove ciò che è lontano
si spiega come la ovvia semplicità delle cose pure.
Abito questo esteso continente, dove, nell' eroismo cieco
di non volere nulla, gli uomini vivono nello splogliarsi di
tutto: possessi, statuto, fama... Fama? Che è, alla fine,
la fama? Una statua di bronzo
dove le colombe meticolosamente depositano i loro sus escrementi.
Abito la carezza del sole sul  mio volto.
Abito gli aromi forti del quartiere coatto: il riso di zafferano,
il fumante tè di anice in un bicchiere di vetro grosso.
Abito l' ancorato aprirsi delle pareti, come da me si
sciolglie tuto il desiderio vuoto.
Abito questa condizione di Forestiero; irrevocabile pezzo di nulla,
questo è, abito come chi parte.


  Mateus, Victor Oliveira. Pelo Deserto as Minhas Mãos. Carcavelos: Coisas de Ler Edições, 2004, p 57 (Tradução de Stefana Di Leo).
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